CHE COSA E’
E’ una lesione cronica del tessuto cutaneo compreso nella regione della piega interglutea e non ha alcun rapporto con l’ano ed il canale anale.
Piu’ frequente nei maschi (rapporto circa di 3:1) ed in un età compresa tra i 15 ed i 30 anni, solo raramente si complica ed necessita di cure chirurgiche oltre i 30 anni.
Si è riscontrata una predisposizione nelle persone obese, con un apparato pilifero molto sviluppato e in tutti quei pazienti che per lavoro sono soggetti a continui traumatismi in regione sacro coccigea come gli autisti o gli autotrasportatori
ORIGINE
Vi sono principalmente due teorie sulla comparsa della cisti sacrococcigea una congenita ed una acquisita. La prima potrebbe essere dovuta dalla permanenza di un residuo embrionario o da un accostamento dell’ectoderma al rafe posteriore determinando la formazione della cisti sacrococcigea
La teoria acquisita prevede la presenza di peli nella zona che,in seguito a traumatismi, sfregamento, scarsa igiene, possono essere inglobati, determinandone prima la formazione di cisti e successivamente con l’infezione la conseguente fistola.
MANIFESTAZIONE
Inizialmente asintomatica e non considerata viene poi posta all’attenzione del curante con l’insorgenza dell’infezione: produzione di pus, dolore, febbre, malessere.
TRATTAMENTO
In seguito alla comparsa di un ascesso, è necessario un trattamento d’urgenza, che prevede l’incisione e il drenaggio con successivo intervento per l’asportazione radicale della cisti e/o fistola.
In caso di cisti e/o fistola cronica si procede ad intervento chirurgico programmato radicale.
Numerose sono le tecniche adottate e descritte in letteratura :, metodiche aperta, chiusa e semiaperta.
In seguito alle frequenti recidive con la metodica chiusa si preferisce eseguire quella aperta o semiaperta.
NUOVO TRATTAMENTO PER IL SINUS PILONIDALIS: E.P.Si.T
Tale tecnica è stata introdotta recentemente prima per il trattamento endoscopico delle fistole anali (VAAFT) e poi tale la stessa tecnica e la stessa apparecchiatura sono state utilizzat eper la terapia del sinus pilonidalis.
La metodica è una tecnica mini-invasiva che utilizza un piccolo fistuloscopio di 3,2 x 4,8 mm (piccola sonda con un canale ottico ed un canale operativo e di irrigazione al cui interno vengono inseriti degli strumenti operativi :brush e bisturi endoscopico).
La tecnica è del tutto innovativa perché prevede l’introduzione di tale strumento all’interno dell’orifizio cutaneo che localizza la presenza del sinus pilonidalis e prevede due fasi:la prima fase diagnostica che serve per identificare la presenza del sinus ed eventuali tramiti fistoloso o cavità ascessuali secondari ed una parte operativa che prevede la perfetta pulizia di tutto il tramite fistoloso, cisti ed ascessi dall’interno ripulendo tutto il tessuto sporco ed infetto, asportazione dei bulbi piliferi che vi sono contenuti e la diatermocoagulazione di tale tessuto tutto sotto visione. L’intervento puo’ essere eseguito in anestesia locale o loco-regionale in regime di Day Sugery.
I vantaggi di tale intervento sono:
- intervento mini-invasivo che non prevede piu’ l’asportazione e la demolizione di voluminose porzioni di tessuto cutaneo e sottocutaneo contenente il sinus
- minori recidive perché la fase diagnostica consente di visualizzare tutte le diramazioni ed i tramiti dall’interno e permette la bonifica di tutto il tessuto “sporco”
- Il minor dolore post-operatorio, ridotto numero di medicazioni e controlli ambulatoriali
- Il piu’ rapido recupero post-operatorio (già il giorno seguente all’intervento chirurgico il paziente puo’ riprendere la vita normale) dovuto alla minor invasività (l’ intervento classico prevede almeno 1 mese di astensione da attività fisica e lavorativa)
- la ripetitività dell’intervento che non essendo demolitivo e particolarmente doloroso ed invalidante puo’ essere ripetuto senza particolare disagio in caso di recidiva
RECIDIVE
Nella prevenzione delle recidive è importante l’igiene, l’areazione della ferita e la depilazione settimanale della cute circostante.